O…come via Ollearo…ed il ricordo della prima volta che sono andata la dentro durante una riunione di redazione…seduta nel terrazzino aspettando di essere chiamata per un primo colloquio…non avrei mai pensato che quel posto, da quel giorno, avrebbe rappresentato per me qualcosa di molto di più che un semplice luogo di lavoro.
P come le parole, quelle delle lunghe interviste, fiumi di parole, denuncie, obiettivi e dichiarazioni…P come piazze, quelle piene, quelle del popolo sceso a manifestare…P pronto? La parola che non si dovrebbe mai dire in diretta telefonica ma che rientra, puntualmente, in uno dei danni che ho fatto nei tempi che furono…P come puntate all’interno di un palinsesto, all’interno di una radio…P come Popolare..radio popolare…
Q…come le quasi cifre che si danno..i grandi numeri che bisogna avere e che di solito per gli organizzatori sono sempre una cifra..per la questura invece tutt’altra roba…e la Q anche dei quindici minuti lo standard dei mini speciali che ho realizzato con molta fatica..tagliando registrazioni di giornate intere in una manciata di minuti…quindici per l’appunto…
R..come Rec…e la lucina rossa che si illumina…come registrazioni in studio, per strada…come rumori …come ricordi che vengono registrati, catalogati e archiviati…R come registratore..il fedele compagno delle mille avventure…
La S è una s di suoni…suoni che hanno un significato, un perché…che a volte diventano cornice..suoni di sottofondo, altre invece è l’attore principale del palcoscenico radiofonico, s come stampa..
T come tecnici..quelli che ho sempre disturbato…e che delle volte mi hanno salvato, files, computer, servizi…T come traccia che scorre a linee alte e basse… come tempo, quello che è categorico in una radio e che non si può sforare, come terremoto, quello dell’Aquila..potrò un domani dire io c’ero…ho contribuito, nel mio piccolo, a fare una sana informazione nel caos mediatico che questa catastrofe ha creato.
U come uscite…quelle delle conferenze stampa, delle interviste in loco, delle dirette…
La V la collego a termini apparentemente freddi come ‘Voice Recorder’, come Vegas (un programma di montaggio che ho imparato ad usare con non poche difficoltà…V come vergogna, o meglio imbarazzo ma inizia per I quindi non vale, provata durante le prime interviste…V come verità quella che cerco sempre nei miei servizi di mettere in luce, quella che cerco di capire ed infine V come VOCI…quelle della radio e per la radio…le voci che parlano, che raccontano, che denunciano, che trasportano l’ascoltare in un mondo a se stante…voci vive, vere….voci che a me hanno insegnato molto o forse sarebbe più corretto dire tutto…
Alla fine del nostro alfabeto c’è la Z…ed anche in questo mio alfabeto è chiuso da una Z …che mi fa pensare alle Zero …volume zero, puntata zero…