mercoledì 30 giugno 2010

La E, la F...ect ect ect.....




E come extracomunitari, immigrati…ho fatto servizi e speciali su queste persone, andando personalmente nei posti ‘pericolosi’ della città perché pieni di questa gente considerata così tanto diversa e pure così tanto uguale a noi…

Se penso alla F invece..mi viene in mente il freddo patito nei tendoni della croce rossa quando facevo gli speciali sui clochard di una città come Milano, assordata dai rumori del traffico ed accecata dalle luci dei riflettori e delle passerelle…faceva freddo la notte…e nonostante i due maglioni e quanto altro addosso, battevo i denti…e guardavo la fila silenziosa di senza tetto che lentamente arrivava e occupava una brandina..

G…G come giallo! È il colore della radio e non posso non associare questa parola a questo colore….

H…come Londra. Non è esattamente la stessa iniziale ma mi riporta comunque al mio mese passato a studiare nella beautiful city….ovviamente aperta a qualsiasi diretta utile ed interessante con il mondo radiofonico italiano…e così mi sono ritrovata senza sapere come ad intervistare la Presidentessa dell’associazione atea londinese per una campagna che avrebbe coinvolto i famosi red buses della città…mi ricordo che alla fine dell’intervista registrata dall’Italia con il cellulare…tale presidentessa definì ‘funny’ il mio inglese scatenando una risata infinita in chi dall’altra parte della cornetta mi stava registrando…

I…I come Interviste, In…In diretta, In onda….In radio insomma ;-)

L come luce…quella che manca la sera nei piano sotterranei dove ci trovano gli studi di registrazione…e puntualmente mi ritrovo a scendere le scale al buio ed a cercare, tastando il muro, un interruttore che so già che non troverò..ma la L sta anche per lavoro, questo lavoro, che sto cercando pazientemente di far diventare mio...

M..M come microfono ovvio ma anche come Manifestazioni...le manifestazioni infinite degli studenti seguite senza sosta ne tregua…corse e cori contro la polizia, occupazioni….scontri…e per la prima volta in vita mia ho capito cosa vuol dire trovarsi sulla sottile linea rossa che separa i manganelli della polizia dai cori degli studenti…ho imparato la lezione che non bisogna mai, e dico mai, trovarsi esattamente su quella sottile linea di confine…

N…notturne in diretta…quelle dei grandi eventi e delle grandi occasioni ..

martedì 29 giugno 2010

l’a b c ...delle mie voci e della mia radio...

...Per parlare delle voci di una radio bisognerebbe prima parlare della radio e capire che cosa essa sia, che cambiamenti ha portato nel panorama culturale del nostro Paese e quali sono le voci che di una radio che fanno memoria...
Ma ancora prima di parlare di tutte queste cose....parto da me e da quella che è la mia memoria di voci, la mia memoria che parla di radio....
E’ difficile mettere insieme suoni, voci, pezzi che hanno fatto parte di me...che hanno accompagnato la mia crescita professionale e non solo...
se penso alla lettera A ..mi viene subito in mente il nome di Antonio un camionista casertano che dovevo intervistare...era la prima intervista!
Da giovane ed inesperta stagista qual’ero fui capace di stare per oltre mezz’ora chiusa in uno studio per un intervista che doveva durare si e no 5 minuti e passai il resto della giornata a tagliare quei 15 minuti che mi sembravano un infinità...
la B mi riporta a pensare alle vecchie bobine a nastro revox che non ho mai usato...fortunatamente sono arrivata in radio in un era in cui la tecnologia aveva già portato i registratori digitali semplificando di molto il duro lavoro di chi ‘da voce alle cose e alle persone’...
con la C mi viene spontaneo ricordare le cartine stradali che puntualmente mi portavo dietro per poi perdermi e trovarmi costretta a chiamare in redazione ammettendo l’ennesimo tentativo fallito di orientarmi tra le vie e le strade di Milano...oppure penso alle conferenze che puntualmente mi toccava seguire nei noiosi meandri dei palazzi comunali e regionali..non era il mio forte seguire quel tipo di servizi, lo ammetto...diciamo che ero più un tipo creativo..parola che comunque ha a che fare con la lettera C dopo tutto...
la D sa di Domeniche...le domeniche passate a finire reportage, o seguire manifestazioni in diretta...le domeniche in cui la maggior parte del mondo riposa e ozia ma chi fa radio no..senza nulla togliere a chi fa il medico o qualsiasi altro lavoro che non si ferma nel fine settimana..ma la D sa anche di Danni..quelli che facevo e che, ammetto nuovamente, continuo a fare...anche se dopotutto ho capito veramente che è solo sbagliando che si impara veramente qualcosa e così a furia di fare danni e sbagliare ho imparato a non cancellare ‘involontariamente’, anche se sarebbe più corretto dire distrattamente, i file prima di averli slavati..a controllare che lo spioncino della messa in onda non sia illuminato proprio nello studio dove decido di registrare...a non infilarmi in un ascensore se devo fare una diretta dalla piazza...insomma ho imparato da questa lettera, o meglio da questa parola, tante di quelle cose che per scriverle tutte bisognerebbe forse aprire un nuovo blog..;-)
E...come e per ora mi fermo qua e continuo a riflettere su questa mia memoria....sulle mie voci...

venerdì 18 giugno 2010

La radio


Qui si cerca di organizzare la memoria caotica di una radio.
Questo blog è parte di un esperimento condotto durante il Corso di Antropologia e Archeologia Industriale della Scuola di Dottorato del Politecnico di Torino.